Parliamo spesso di Coworking e dei vantaggi che l’utilizzo di questo spazio può portare, ma da chi è stata ideata questa formula e come è arrivato nel nostro Paese?
Il padre degli spazi di Coworking fu Brad Neuberg, che nel 2005 organizzò a San Francisco uno spazio di lavoro collettivo, The Spiral Muse. L’ingegnere stava affrontando un duro periodo finanziario, mentre lavorava ad una startup. Desiderava coniugare la libertà e l’indipendenza di lavorare da solo con la necessità di sentirsi parte di una community e di una struttura lavorativa con altre persone.
Da queste due esigenze, coniugate alle difficoltà economiche, nacque l’idea di coworking come la conosciamo oggi.
Neuberg sottolinea che il coworking, per come è nato, ha a che fare proprio con l’idea di community in uno spazio fisico. Esistevano già, infatti, spazi lavorativi che permettevano di affittare uffici/scrivanie per lavorare, ma al loro interno non includevano il lato di “comunità”.
Il lato rivoluzionario di questa soluzione, infatti, stava proprio nello scambiarsi idee, prenderle in prestito, “rubarle” e rimaneggiarle per creare qualcosa di nuovo.
In Italia il Coworking è un fenomeno straordinariamente recente, arrivato tra il 2008 e il 2010, in tre diverse modalità:
- Coworking Ibrido – uno spazio nato come ufficio tradizionale, riadattato a spazio condiviso
- Coworking importato – network estero già avviato, che apre filiali in Italia
- Coworking nativo – attività pensata fin dal principio come Coworking e avviato in Italia
Dal 2016, anno in cui gli spazi condivisi di questo tipo raggiunsero i 300 in attività, i Coworking italiani sono in continuo aumento, rappresentando una delle scelte più intraprese per attività e liberi professionisti.
Il coworking vincente non è solamente la condivisione di spazi, ma un luogo dove scambiarsi idee, progetti, contatti e collaborazioni con professionisti di diversi settori, che hanno in comune la passione per l’innovazione, la creatività e la voglia di fare business.